Cascina Forestina, bosco di Riazzolo, Parco Sud Milano: un uomo sul trattore che svolge la sua attività di contadino.
Una occupazione diversa, ma non distante da quella più ufficiale di filologo, così la pensa Niccolò Reverdini al quale abbiamo il piacere di rivolgere qualche domanda.
Lei è un importante e conosciuto filologo italiano, pronipote di Carlo Dossi (uno dei maggiori esponenti della scapigliatura milanese). Studioso di letteratura, ha scritto saggi importanti, ama restaurare testi antichi, ma parallelamente si dedica al recupero dell’ecosistema di questo bosco in prossimità di Milano, che per lei è un antico amore. Ci vuol raccontare brevemente perché è nata questa passione “agricola”, come e quando ? Il rapporto con questi luoghi risale alla mia infanzia: venivo qui fin da bambino e serbo un vivo ricordo di mio nonno materno Franco Pisani Dossi, che mi portava per mano nel Bosco, mostrandomi le anatre e le oche lungo le rive dei fontanili e dei laghetti, in cui guizzavano bellissimi pesci, come le bottatrici e i vaironi. Da ragazzo, finite le scuole, facevo sempre qui le mie prime vacanze, godendo anche della solarità della campagna, dei grandi prati e dei cereali che imbiondivano a giugno… A un certo punto della mia vita, mi sarei ritrovato di nuovo qui: ma questa volta per avviare un vero lavoro, recuperando una cascina di famiglia, che per un trentennio era rimasta disabitata. Mio nonno Franco morì nel 1968 e il suo fondo agricolo, articolato in più cascine, rimase indiviso fino al 1994, quando la Cascina Forestina toccò in eredità a mia mamma. Nel 1996 iniziai ad occuparmene, diventando coltivatore diretto e introducendo i metodi dell’agricoltura biologica…
Come è strutturata l’attività della Azienda Agricola La Forestina, quali sono le sue peculiarità? I terreni della Forestina si trovano all’interno di una zona di interesse naturalistico del Parco Agricolo Sud Milano, contraddistinta dalla presenza del millenario Bosco di Riazzolo. In questo pregiato contesto, i metodi dell’agricoltura biologica custodiscono l’ecosistema e incoraggiano la biodiversità, anche attraverso l’allevamento di razze autoctone lombarde, come la Bovina Varzese (Presidio Slow Food) e il Pollo Milanino. Il nostro agriturismo utilizza direttamente i propri prodotti, portandoli, nella loro varietà, sulla tavola: ortaggi di pieno campo, farine di cereali antichi (come il grano tenero Frassineto e il grano duro Saragolla), erbe selvatiche, formaggi e salumi di Varzese…
Come si svolge una sua giornata tipo? Le sue due anime si alternano in maniera programmata dedicando ore della giornata un po’ all’una e all’altra attività, oppure le due attività si alternano in periodi dell’anno diversi o in altro modo ancora? L’attività agricola e agrituristica finisce spesso con l’impegnare l’intera mia giornata: le ore serali, dopo la cena, e spesso fino a tarda notte, sono dedicate ai miei studi umanistici. E’ anche vero però che la stessa attività produttiva e agrituristica s’intreccia continuamente con la dimensione sociale e culturale. Ad esempio, nella collaborazione con il Centro di mediazione al lavoro del Comune di Milano, con il quale organizziamo tirocini di inclusione socio-lavorativa oppure nelle esperienze di alternanza scuola-lavoro e nel sostegno ai laureandi della Facoltà di Agraria di Milano, impegnati in ricerche riguardanti l’agroecosistema della Forestina.
Quali i prossimi progetti per l’attività agricola e per quella letteraria? Stiamo favorendo l’interscambio dei prodotti fra le cascine del territorio e anche il coordinamento delle offerte agrituristiche: la Forestina è la sede legale del Distretto neorurale delle Tre Acque (Ticino, Naviglio pavese e Canale Villoresi), che accorpa una quarantina di aziende fra il Parco Sud e Parco del Ticino, caratterizzate da pratiche colturali rispettose dell’ambiente e dalla multifunzionalità agrituristica. Sul versante letterario, ho individuato una serie di testi riguardanti il paesaggio rurale lombardo, dall’età classica al Novecento: vorrei allestire un’antologia commentata, dando la voce ad autori diversi, al loro alto valore di consapevole e ammirata testimonianza.
Pensa di conservare nel suo DNA qualche traccia “scapigliata”? Senso di ribellione nei confronti della conformità? Stile di vita proteso più alla ricerca che al senso dell’ordine?…. Prediligo la vita e il lavoro en plein air e amo ascoltare il dialetto dei vecchi agricoltori o degli uomini di bosco e di riviera. Le cascine somigliano un poco a dei porti di mare e non devono perdere la loro tradizione di accoglienza: la loro apertura verso i migranti, gli emarginati e i bizzarri…
Quando si parla di talenti in fuga si pensa sempre agli scienziati, ai ricercatori che trovano in altre nazioni la possibilità di esprimere al meglio il loro sapere. Una categoria poco citata è quella dei cuochi, spesso nomadi più per scelta che per necessità, che hanno colto un’opportunità di lavoro e trovato in Paesi e …
Quando si parla di talenti in fuga si pensa sempre agli scienziati, ai ricercatori che trovano in altre nazioni la possibilità di esprimere al meglio il loro sapere. Una categoria poco citata è quella dei cuochi, spesso nomadi più per scelta che per necessità, che hanno colto un’opportunità di lavoro e trovato in Paesi e …
In occasione dell’uscita del libro VASOCOTTURA- tecniche, consigli e ricette – abbiamo rivolto qualche domanda ai due autori – Stefano Masanti e Stefano Ciabarri – a cui abbiamo chiesto quali sono le caratteristiche più importanti di questa tecnica e quali idee li hanno motivati per la realizzazione di questo nuovo progetto editoriale.
Nella nostra intervista a Valerio Massimo Visintin, l’autore ci parla del suo nuovo libro e di quel campo minato che è l’attuale settore dell’ospitalità in Italia.
Conversazione con Niccolò Reverdini
Cascina Forestina, bosco di Riazzolo, Parco Sud Milano: un uomo sul trattore che svolge la sua attività di contadino.
Una occupazione diversa, ma non distante da quella più ufficiale di filologo, così la pensa Niccolò Reverdini al quale abbiamo il piacere di rivolgere qualche domanda.
Lei è un importante e conosciuto filologo italiano, pronipote di Carlo Dossi (uno dei maggiori esponenti della scapigliatura milanese). Studioso di letteratura, ha scritto saggi importanti, ama restaurare testi antichi, ma parallelamente si dedica al recupero dell’ecosistema di questo bosco in prossimità di Milano, che per lei è un antico amore.
Ci vuol raccontare brevemente perché è nata questa passione “agricola”, come e quando ?
Il rapporto con questi luoghi risale alla mia infanzia: venivo qui fin da bambino e serbo un vivo ricordo di mio nonno materno Franco Pisani Dossi, che mi portava per mano nel Bosco, mostrandomi le anatre e le oche lungo le rive dei fontanili e dei laghetti, in cui guizzavano bellissimi pesci, come le bottatrici e i vaironi. Da ragazzo, finite le scuole, facevo sempre qui le mie prime vacanze, godendo anche della solarità della campagna, dei grandi prati e dei cereali che imbiondivano a giugno…
A un certo punto della mia vita, mi sarei ritrovato di nuovo qui: ma questa volta per avviare un vero lavoro, recuperando una cascina di famiglia, che per un trentennio era rimasta disabitata. Mio nonno Franco morì nel 1968 e il suo fondo agricolo, articolato in più cascine, rimase indiviso fino al 1994, quando la Cascina Forestina toccò in eredità a mia mamma. Nel 1996 iniziai ad occuparmene, diventando coltivatore diretto e introducendo i metodi dell’agricoltura biologica…
Come è strutturata l’attività della Azienda Agricola La Forestina, quali sono le sue peculiarità?
I terreni della Forestina si trovano all’interno di una zona di interesse naturalistico del Parco Agricolo Sud Milano, contraddistinta dalla presenza del millenario Bosco di Riazzolo. In questo pregiato contesto, i metodi dell’agricoltura biologica custodiscono l’ecosistema e incoraggiano la biodiversità, anche attraverso l’allevamento di razze autoctone lombarde, come la Bovina Varzese (Presidio Slow Food) e il Pollo Milanino. Il nostro agriturismo utilizza direttamente i propri prodotti, portandoli, nella loro varietà, sulla tavola: ortaggi di pieno campo, farine di cereali antichi (come il grano tenero Frassineto e il grano duro Saragolla), erbe selvatiche, formaggi e salumi di Varzese…
Come si svolge una sua giornata tipo? Le sue due anime si alternano in maniera programmata dedicando ore della giornata un po’ all’una e all’altra attività, oppure le due attività si alternano in periodi dell’anno diversi o in altro modo ancora?
L’attività agricola e agrituristica finisce spesso con l’impegnare l’intera mia giornata: le ore serali, dopo la cena, e spesso fino a tarda notte, sono dedicate ai miei studi umanistici. E’ anche vero però che la stessa attività produttiva e agrituristica s’intreccia continuamente con la dimensione sociale e culturale. Ad esempio, nella collaborazione con il Centro di mediazione al lavoro del Comune di Milano, con il quale organizziamo tirocini di inclusione socio-lavorativa oppure nelle esperienze di alternanza scuola-lavoro e nel sostegno ai laureandi della Facoltà di Agraria di Milano, impegnati in ricerche riguardanti l’agroecosistema della Forestina.
Quali i prossimi progetti per l’attività agricola e per quella letteraria?
Stiamo favorendo l’interscambio dei prodotti fra le cascine del territorio e anche il coordinamento delle offerte agrituristiche: la Forestina è la sede legale del Distretto neorurale delle Tre Acque (Ticino, Naviglio pavese e Canale Villoresi), che accorpa una quarantina di aziende fra il Parco Sud e Parco del Ticino, caratterizzate da pratiche colturali rispettose dell’ambiente e dalla multifunzionalità agrituristica. Sul versante letterario, ho individuato una serie di testi riguardanti il paesaggio rurale lombardo, dall’età classica al Novecento: vorrei allestire un’antologia commentata, dando la voce ad autori diversi, al loro alto valore di consapevole e ammirata testimonianza.
Pensa di conservare nel suo DNA qualche traccia “scapigliata”? Senso di ribellione nei confronti della conformità? Stile di vita proteso più alla ricerca che al senso dell’ordine?….
Prediligo la vita e il lavoro en plein air e amo ascoltare il dialetto dei vecchi agricoltori o degli uomini di bosco e di riviera. Le cascine somigliano un poco a dei porti di mare e non devono perdere la loro tradizione di accoglienza: la loro apertura verso i migranti, gli emarginati e i bizzarri…
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