I libri possono essere uno specchio della personalità? Lo scatto dello scaffale vale come selfie? Allora vi presentiamo lo shelfie: la rubrica che offre un (auto)ritratto attraverso la propria biblioteca.
Oggi lo “scatto” è dedicato a Davide Cassi, professore di Fisica della Materia all’Università di Parma, dove ha fondato e dirige il Laboratorio di Fisica Gastronomica e lo spinoff Future Cooking Lab. Presso la stessa sede, è stato il primo presidente del primo Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche dell’Università italiana. Da oltre 20 anni collabora con i migliori chef e pasticceri del mondo, mettendo a punto nuove tecniche di cucina. Nel 2002, insieme allo chef Bocchia, ha introdotto l’idea di cucina molecolare, definita nel libro “Il gelato estemporaneo ed altre invenzioni gastronomiche” (2005), primo manuale sul tema a livello mondiale (tradotto in spagnolo con il titolo “La ciencia en los fogones”). Ha partecipato a numerosi eventi pubblici e trasmissioni radiofoniche e televisive, collabora con riviste italiane e straniere e cura il blog “Il Gastronomo Scientifico” (gastronomoscientifico.blogspot.it). Per la sua attività di ricerca su scienza e gastronomia gli sono stati conferiti il Premio Internazionale Caterina de’ Medici, il Premio Tarlati e il Grand Prix de la Science de l’Alimentation de l’Académie Internationale de la Gastronomie.
Da quanti anni raccoglie libri che hanno un legame con la gastronomia? Si ricorda il primo che ha comprato? Tantissimi. Almeno da quando ero studente di liceo. Il primo libro, ovviamente, non lo ricordo. Ma uno dei primi che mi tornano alla mente è “Oltre il fornello” di Gualtiero Marchesi. La dedica autografa è di diversi anni dopo, quando i casi della vita mi hanno portato a stringere amicizia con l’autore.
Quanti volumi fanno parte della sua biblioteca personale? Qualche mese fa erano circa cinquemila, ma non sono mai riuscito a fare un conteggio accurato.
Raccoglie libri in più lingue? Certamente. Latino a parte, ho molti volumi in inglese, francese, tedesco e spagnolo. Se conosco la lingua, cerco sempre l’edizione originale. Nelle traduzioni si perde tantissimo.
Dove sono custoditi questi libri e come sono organizzati? Ha un sistema che le permette di trovare un volume velocemente oppure è spesso una caccia al tesoro? La maggior parte sono nello studio di casa: tre pareti interamente occupate da scaffali. Un’altra libreria si trova in soggiorno e uno scaffale in cucina. Poi ci sono lo studio e due laboratori all’università, ma lì non conservo i volumi a cui tengo di più, ovviamente.
L’unico metodo di classificazione è la memoria visiva, che funziona ancora molto bene, soprattutto perché la coltivo. Non c’è sera che, prima di coricarmi, non passi a fare una visita, anche rapida, ai miei libri. Percorro con gli occhi gli scaffali, scorro i titoli, i colori delle copertine. Un po’ come il contadino che guarda i suoi campi.
È un accumulatore seriale oppure, ogni tanto, elimina i volumi che non le interessano più? Come si immagina la sua biblioteca fra 20 anni? Non elimino proprio niente! Sarebbe un sacrilegio. La biblioteca ora cresce molto lentamente, per imprescindibili ragioni di spazio. Ma prima o poi ci espanderemo…
Le interessano gli e-book o le APP? Pensa che arriverà il momento che abbandonerà la carta a favore di una biblioteca elettronica? Sì, leggo molti libri in formato elettronico, soprattutto i romanzi. Hanno l’enorme vantaggio di non occupare spazio e di non pesare. Nel mio lettore ne tengo memorizzate diverse centinaia. Sono comodi, li puoi portare con te dove vuoi, in viaggio, in riva al mare, in un bosco… Questo non significa che sostituiranno i loro fratelli di carta. Per ora, convivono benissimo.
È geloso dei suoi libri? Li presta? Le rarissime volte che li ho prestati, me ne sono sempre dovuto pentire.
Le capita di regalare libri di cucina? A volte, ma solo a chi conosco molto bene.
Scrive nei suoi libri? Aggiunge note, commenti, o critiche all’autore? Lo facevo quando studiavo. Adesso mi capita molto più raramente. Ho sviluppato una sorta di rispetto per la pagina stampata.
Il libro gastronomico l’accompagna fino al comodino? Dove lo preferisce leggere? No, no. Lo leggo quando sono ben sveglio. Seduto alla scrivania o tutt’al più in poltrona.
Esiste un libro particolare che desidererebbe possedere, ma che non è mai riuscito a trovare? Come no! Il secondo libro della Poetica di Aristotele…
Se capitasse un disastro e fosse possibile salvare solo 5 titoli della sua biblioteca, quali libri sceglierebbe? Perché? Se parliamo di libri in generale, difenderei col mio corpo i volumi più antichi, che mi sono comprato anni fa con i primi sudati risparmi, tipo l’edizione originale di Linneo. Limitandoci ai libri di cucina, sceglierei un’edizione storica de “L’arte di convitare” di Giovanni Rajberti, uno dei primi regali di mia moglie. Poi “Le guide culinarie” di Escoffier, “Los secretos del Bulli” di Adrià, il già citato “Oltre il fornello” e “Secrets gourmands” di Pierre Hermé, un carissimo ricordo della mia prima collaborazione scientifico-gastronomica. Sono tutti ricordi, in verità. E gli ultimi tre hanno dediche molto personali.
I libri possono essere uno specchio della personalità? Lo scatto dello scaffale vale come selfie? Allora vi presentiamo lo shelfie: la rubrica che offre un (auto)ritratto attraverso la propria biblioteca. Oggi lo “scatto” è dedicato a Moreno Cedroni, chef a 2 stelle Michelin che ha portato uno spirito avanguardista nella cucina italiana. Nato ad Ancona nel 1964, …
I libri possono essere uno specchio della personalità? Lo scatto dello scaffale vale come selfie. Allora vi presentiamo lo shelfie: la rubrica che offre un (auto)ritratto attraverso la propria biblioteca. Inauguriamo la serie esplorando gli scaffali di Valerio Massimo Visintin, critico gastronomico (in incognito) per il Corriere della Sera, autore della nota guida Pappa Milano, …
I libri possono essere uno specchio della personalità? Lo scatto dello scaffale vale come selfie? Allora vi presentiamo lo shelfie: la rubrica che offre un (auto)ritratto attraverso la propria biblioteca. Oggi lo “scatto” è dedicato a Luigi Bortolini, detto “Gigetto”. Ha ereditato dalla nonna l’antica “Locanda con stallo alla Stella”, luogo di ristoro già dai primi del ’900. Situato …
I libri possono essere uno specchio della personalità? Lo scatto dello scaffale vale come selfie? Allora vi presentiamo lo shelfie: la rubrica che offre un (auto)ritratto attraverso la propria biblioteca. Oggi lo “scatto” è dedicato a Luigi Caricato, scrittore e giornalista, nonché ideatore del progetto culturale Olio Officina. Conferenziere e relatore in importanti convegni e congressi internazionali, …
Lo Shelfie – Davide Cassi
I libri possono essere uno specchio della personalità? Lo scatto dello scaffale vale come selfie? Allora vi presentiamo lo shelfie: la rubrica che offre un (auto)ritratto attraverso la propria biblioteca.
Oggi lo “scatto” è dedicato a Davide Cassi, professore di Fisica della Materia all’Università di Parma, dove ha fondato e dirige il Laboratorio di Fisica Gastronomica e lo spinoff Future Cooking Lab. Presso la stessa sede, è stato il primo presidente del primo Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche dell’Università italiana. Da oltre 20 anni collabora con i migliori chef e pasticceri del mondo, mettendo a punto nuove tecniche di cucina. Nel 2002, insieme allo chef Bocchia, ha introdotto l’idea di cucina molecolare, definita nel libro “Il gelato estemporaneo ed altre invenzioni gastronomiche” (2005), primo manuale sul tema a livello mondiale (tradotto in spagnolo con il titolo “La ciencia en los fogones”). Ha partecipato a numerosi eventi pubblici e trasmissioni radiofoniche e televisive, collabora con riviste italiane e straniere e cura il blog “Il Gastronomo Scientifico” (gastronomoscientifico.blogspot.it). Per la sua attività di ricerca su scienza e gastronomia gli sono stati conferiti il Premio Internazionale Caterina de’ Medici, il Premio Tarlati e il Grand Prix de la Science de l’Alimentation de l’Académie Internationale de la Gastronomie.
Da quanti anni raccoglie libri che hanno un legame con la gastronomia? Si ricorda il primo che ha comprato?
Tantissimi. Almeno da quando ero studente di liceo. Il primo libro, ovviamente, non lo ricordo. Ma uno dei primi che mi tornano alla mente è “Oltre il fornello” di Gualtiero Marchesi. La dedica autografa è di diversi anni dopo, quando i casi della vita mi hanno portato a stringere amicizia con l’autore.
Quanti volumi fanno parte della sua biblioteca personale?
Qualche mese fa erano circa cinquemila, ma non sono mai riuscito a fare un conteggio accurato.
Raccoglie libri in più lingue?
Certamente. Latino a parte, ho molti volumi in inglese, francese, tedesco e spagnolo. Se conosco la lingua, cerco sempre l’edizione originale. Nelle traduzioni si perde tantissimo.
Dove sono custoditi questi libri e come sono organizzati? Ha un sistema che le permette di trovare un volume velocemente oppure è spesso una caccia al tesoro?
La maggior parte sono nello studio di casa: tre pareti interamente occupate da scaffali. Un’altra libreria si trova in soggiorno e uno scaffale in cucina. Poi ci sono lo studio e due laboratori all’università, ma lì non conservo i volumi a cui tengo di più, ovviamente.
L’unico metodo di classificazione è la memoria visiva, che funziona ancora molto bene, soprattutto perché la coltivo. Non c’è sera che, prima di coricarmi, non passi a fare una visita, anche rapida, ai miei libri. Percorro con gli occhi gli scaffali, scorro i titoli, i colori delle copertine. Un po’ come il contadino che guarda i suoi campi.
È un accumulatore seriale oppure, ogni tanto, elimina i volumi che non le interessano più? Come si immagina la sua biblioteca fra 20 anni?
Non elimino proprio niente! Sarebbe un sacrilegio. La biblioteca ora cresce molto lentamente, per imprescindibili ragioni di spazio. Ma prima o poi ci espanderemo…
Le interessano gli e-book o le APP? Pensa che arriverà il momento che abbandonerà la carta a favore di una biblioteca elettronica?
Sì, leggo molti libri in formato elettronico, soprattutto i romanzi. Hanno l’enorme vantaggio di non occupare spazio e di non pesare. Nel mio lettore ne tengo memorizzate diverse centinaia. Sono comodi, li puoi portare con te dove vuoi, in viaggio, in riva al mare, in un bosco… Questo non significa che sostituiranno i loro fratelli di carta. Per ora, convivono benissimo.
È geloso dei suoi libri? Li presta?
Le rarissime volte che li ho prestati, me ne sono sempre dovuto pentire.
Le capita di regalare libri di cucina?
A volte, ma solo a chi conosco molto bene.
Scrive nei suoi libri? Aggiunge note, commenti, o critiche all’autore?
Lo facevo quando studiavo. Adesso mi capita molto più raramente. Ho sviluppato una sorta di rispetto per la pagina stampata.
Il libro gastronomico l’accompagna fino al comodino? Dove lo preferisce leggere?
No, no. Lo leggo quando sono ben sveglio. Seduto alla scrivania o tutt’al più in poltrona.
Esiste un libro particolare che desidererebbe possedere, ma che non è mai riuscito a trovare?
Come no! Il secondo libro della Poetica di Aristotele…
Se capitasse un disastro e fosse possibile salvare solo 5 titoli della sua biblioteca, quali libri sceglierebbe? Perché?
Se parliamo di libri in generale, difenderei col mio corpo i volumi più antichi, che mi sono comprato anni fa con i primi sudati risparmi, tipo l’edizione originale di Linneo. Limitandoci ai libri di cucina, sceglierei un’edizione storica de “L’arte di convitare” di Giovanni Rajberti, uno dei primi regali di mia moglie. Poi “Le guide culinarie” di Escoffier, “Los secretos del Bulli” di Adrià, il già citato “Oltre il fornello” e “Secrets gourmands” di Pierre Hermé, un carissimo ricordo della mia prima collaborazione scientifico-gastronomica. Sono tutti ricordi, in verità. E gli ultimi tre hanno dediche molto personali.
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I libri possono essere uno specchio della personalità? Lo scatto dello scaffale vale come selfie? Allora vi presentiamo lo shelfie: la rubrica che offre un (auto)ritratto attraverso la propria biblioteca. Oggi lo “scatto” è dedicato a Moreno Cedroni, chef a 2 stelle Michelin che ha portato uno spirito avanguardista nella cucina italiana. Nato ad Ancona nel 1964, …
Lo shelfie – Valerio Massimo Visintin
I libri possono essere uno specchio della personalità? Lo scatto dello scaffale vale come selfie. Allora vi presentiamo lo shelfie: la rubrica che offre un (auto)ritratto attraverso la propria biblioteca. Inauguriamo la serie esplorando gli scaffali di Valerio Massimo Visintin, critico gastronomico (in incognito) per il Corriere della Sera, autore della nota guida Pappa Milano, …
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