Seconda puntata della nostra guida per chi desiderasse proporre il proprio progetto a una casa editrice.
La casa editrice coordina tutte le professionalità (fotografi, illustratori, lettori di bozze, fotolito, stampa, ecc.) che contribuiscono alla produzione di un libro, ma ancora prima di passare a questi compiti ben precisi, deve plasmare l’idea. Deve trasformare la materia grezza dell’autore in una forma in grado di reggere la tempesta del mercato. Deve collocare correttamente il progetto in modo che sia in grado di competere. L’esecutore delle fotografie o delle illustrazioni e il loro numero, la quantità di materiale da presentare – sono solo alcuni esempi di decisioni che influiscono in modo ponderato sul prezzo finale del volume e di conseguenza sulla sua vendibilità.
Chi si presenta a una casa editrice con “tutto fatto” dimostra di non conoscere bene i ruoli. Questo tipo di autore è, in realtà, alla ricerca di uno stampatore e/o di un distributore, ma non certo di un editore. Anche l’autore che vuole sostituirsi all’editore nelle valutazioni estetiche della produzione è fuori luogo. Il più delle volte, non ha idea dei risvolti economici delle proprie scelte.
Affidarsi a un editore significa essere disposto ad accogliere la sua esperienza e il suo consiglio per fare sì che il libro incontri il mercato con più vantaggi possibili. Un concept fantastico può affondare in tanti modi: con un titolo sbagliato, con un prezzo troppo alto (o troppo basso), con food styling non adatto al target audience, con una copertina poco leggibile nei siti di e-commerce… L’autore che non è disposto a lavorare in team con altri professionisti rischia tutte le conseguenze delle più audaci imprese fai da te.
Gli chef, si sa, sono nomadi. Ambasciatori del gusto, il loro lavoro li porta spesso lontano dall’Italia, ma non per questo sono meno interessati a quello che succede sul fronte gastronomico domestico.
Passata la moda dei pasticcieri improvvisati pronti ad impacchettare qualsiasi cosa in pasta di zucchero color pastello, i professionisti riescono a far apprezzare ancora di più la loro maestria.
Nessuno può rimanere del tutto indifferente al piacere che si prova passando davanti ad una panetteria che emana un profumo delicato, leggermente inebriante e inequivocabile che rasserena i pensieri: quello del pane fragrante. Tuttavia non sempre il pane che si trova generalmente in commercio è di prima qualità e oggi sono tornati in molti a …
Essere presenti sul mercato per oltre vent’anni conferisce un po’ di prospettiva. Ci si rende conto che i movimenti sono ciclici e che quello che sembra tramontato, in realtà, si trasforma e si presenta sotto una nuova veste.
Proposta editoriale 2 – Conoscere i ruoli per evitare sorprese
Seconda puntata della nostra guida per chi desiderasse proporre il proprio progetto a una casa editrice.
La casa editrice coordina tutte le professionalità (fotografi, illustratori, lettori di bozze, fotolito, stampa, ecc.) che contribuiscono alla produzione di un libro, ma ancora prima di passare a questi compiti ben precisi, deve plasmare l’idea. Deve trasformare la materia grezza dell’autore in una forma in grado di reggere la tempesta del mercato. Deve collocare correttamente il progetto in modo che sia in grado di competere. L’esecutore delle fotografie o delle illustrazioni e il loro numero, la quantità di materiale da presentare – sono solo alcuni esempi di decisioni che influiscono in modo ponderato sul prezzo finale del volume e di conseguenza sulla sua vendibilità.
Chi si presenta a una casa editrice con “tutto fatto” dimostra di non conoscere bene i ruoli. Questo tipo di autore è, in realtà, alla ricerca di uno stampatore e/o di un distributore, ma non certo di un editore. Anche l’autore che vuole sostituirsi all’editore nelle valutazioni estetiche della produzione è fuori luogo. Il più delle volte, non ha idea dei risvolti economici delle proprie scelte.
Affidarsi a un editore significa essere disposto ad accogliere la sua esperienza e il suo consiglio per fare sì che il libro incontri il mercato con più vantaggi possibili. Un concept fantastico può affondare in tanti modi: con un titolo sbagliato, con un prezzo troppo alto (o troppo basso), con food styling non adatto al target audience, con una copertina poco leggibile nei siti di e-commerce… L’autore che non è disposto a lavorare in team con altri professionisti rischia tutte le conseguenze delle più audaci imprese fai da te.
Parte 1: Fare la dovuta ricerca prima di presentarsi
Related Posts
Un pensiero per gli chef in trasferta
Gli chef, si sa, sono nomadi. Ambasciatori del gusto, il loro lavoro li porta spesso lontano dall’Italia, ma non per questo sono meno interessati a quello che succede sul fronte gastronomico domestico.
La glassa non è acqua
Passata la moda dei pasticcieri improvvisati pronti ad impacchettare qualsiasi cosa in pasta di zucchero color pastello, i professionisti riescono a far apprezzare ancora di più la loro maestria.
L’aroma del pane appena sfornato
Nessuno può rimanere del tutto indifferente al piacere che si prova passando davanti ad una panetteria che emana un profumo delicato, leggermente inebriante e inequivocabile che rasserena i pensieri: quello del pane fragrante. Tuttavia non sempre il pane che si trova generalmente in commercio è di prima qualità e oggi sono tornati in molti a …
Parola di chef
Essere presenti sul mercato per oltre vent’anni conferisce un po’ di prospettiva. Ci si rende conto che i movimenti sono ciclici e che quello che sembra tramontato, in realtà, si trasforma e si presenta sotto una nuova veste.