Con la stampa dell’Apicio Moderno nel 1790, Leonardo sfida i francesi sul loro stesso terreno e rivela che in ogni città europea è possibile apparecchiare una tavola principesca, superando i modelli e inventando nuovi piatti. E’ infatti ai cuochi delle corti e delle case italiane che l’opera si indirizza, adattando all’italiano il lessico professionale e i titoli delle ricette parigine. Il cosmopolitismo di Leonardi gli consente di dimostrare come sia duttile il modello francese, o almeno, come possa essere adeguato alle esigenze e alla borsa di semplici famiglie e di modeste fortune. Passando dallo stile aristocratico a quello borghese e da questo risalendo al precedente, ristudia le ricette in funzione delle produzioni locali, dei mercati e dei commerci. L’Apicio è la somma di tutte queste esperienze, il diario di un cuoco-viaggiatore e di una cuoca di locanda, di uno chef moderno e di uno scalco antico.