Nessuno può rimanere del tutto indifferente al piacere che si prova passando davanti ad una panetteria che emana un profumo delicato, leggermente inebriante e inequivocabile che rasserena i pensieri: quello del pane fragrante. Tuttavia non sempre il pane che si trova generalmente in commercio è di prima qualità e oggi sono tornati in molti a fare il pane in casa. E’ necessario un piccolo gesto di coraggio per superare una certa pigrizia iniziale, e bisogna accantonare il pensiero che sia un impegno in più, tra i molti dai quali siamo tutti perseguitati ogni giorno: se si prova una volta, difficilmente si torna indietro.
Del resto, questa pratica che oggi ci sembra un po’ insolita e quasi maniacale,
fino a pochi decenni fa era un gesto quotidiano o settimanale che veniva compiuto in quasi tutte le famiglie italiane. Oggi, sono molti i ritorni a alla naturalità che vengono percepiti quasi come fossero nuove conquiste. Così come chiamiamo prodotto biologico, ciò che fino al primo dopoguerra era semplicemente il normale prodotto della terra, perché tutti i prodotti della natura erano biologici, oggi chiamiamo “autoproduzione”, la normale realizzazione di alcune preparazioni culinarie di base, non diciamo più che prepariamo un liquore, ma che “autoproduciamo la liquoristica”, che suona un po’ anacronistico, sarebbe come definire “autolavaggio”, il farsi la doccia alla mattina.
Tuttavia, dal momento che poche epoche come la nostra sono state attraversate dai dictat e dal conformismo sul piano della comunicazione, allineandoci al linguaggio richiesto, sosteniamo anche noi “l’autoproduzione del pane” che, inoltre, è una pratica in vertiginosa crescita.
Spinti un po’ dalla crisi globale, e molto di più dai talent cooking show che ci inducono ad ansia da prestazione anche per la preparazione di un uovo al tegamino, saper fare il pane in casa è gratificante sul piano delle relazioni sociali, “ecofriendly”, e molto, molto trendy. Per fortuna è anche una ottima pratica salutistica, culturalmente radicata nella nostra memoria atavica, e molto divertente. Quindi, evviva il pane fatto in casa.
Tra i tanti libri che ci guidano in questa pratica, un testo davvero ben fatto, che ha già avuto un grande riscontro e che Bibliotheca Culinaria ha appena ristampato e ripropone al mercato, è: Pane, del famoso panettiere Richard Bertinet, francese di nascita e inglese di adozione, uno straordinario esperto di panificazione. Il volume contiene una dettagliata introduzione dedicata all’attrezzatura basilare e ai vari passaggi della lavorazione degli impasti. L’opera è raggruppata in cinque sezioni che corrispondono a quattro impasti di base più un impasto per la preparazioni dolci. Con queste semplici basi si possono realizzare diverse tipologie di pane e prodotti da forno similari. E’ corredato da molte e belle fotografie, utilissime per comprendere la forma e le caratteristiche del prodotto finito. 50 diverse ricette per il pane di tutti i giorni, ma anche per quello delle feste e, perché no, anche per realizzare alcune vere ghiottonerie.
Nell’organizzazione di un menu delle feste è necessario tenere conto di come si è evoluto il gusto e di come si sono modificate le abitudini alimentari, con un occhio alla salute, uno alle ultime tendenze.
Socialmente utile. In quanti modi si può affiancare il cliente? I social media offrono sempre più soluzioni, ma il rumore delle proposte rischia di diventare assordante. In Bibliotheca preferiamo la quiete e ci teniamo che il nostro spazio (virtuale o reale) sia un luogo per curiosare in tranquillità e scegliere con tutta calma.
In qualsiasi modo la si pensi sui tanti, tantissimi e, forse, troppi programmi televisivi dedicati alla cucina, il loro pregio è quello di aver abituato il pubblico domestico alla consapevolezza che cucinare è soprattutto una questione di tecnica. Il raggiungimento di buoni risultati non può prescindere dalla conoscenza di qualche principio della fisica e della chimica e …
Per Bibliotheca Culinaria il 2016 è iniziato nel miglior modo possibile. Proprio pochi giorni fa abbiamo avuto conferma che siamo arrivati a quota 18 premi vinti, tanti sono infatti i Gourmand World Cookbook Award ricevuti dal 2001 ad oggi, tra cui l’ambito Best Publisher of the Year (Editore dell’anno) nel 2010.
L’aroma del pane appena sfornato
Nessuno può rimanere del tutto indifferente al piacere che si prova passando davanti ad una panetteria che emana un profumo delicato, leggermente inebriante e inequivocabile che rasserena i pensieri: quello del pane fragrante. Tuttavia non sempre il pane che si trova generalmente in commercio è di prima qualità e oggi sono tornati in molti a fare il pane in casa. E’ necessario un piccolo gesto di coraggio per superare una certa pigrizia iniziale, e bisogna accantonare il pensiero che sia un impegno in più, tra i molti dai quali siamo tutti perseguitati ogni giorno: se si prova una volta, difficilmente si torna indietro.
Del resto, questa pratica che oggi ci sembra un po’ insolita e quasi maniacale,
fino a pochi decenni fa era un gesto quotidiano o settimanale che veniva compiuto in quasi tutte le famiglie italiane. Oggi, sono molti i ritorni a alla naturalità che vengono percepiti quasi come fossero nuove conquiste. Così come chiamiamo prodotto biologico, ciò che fino al primo dopoguerra era semplicemente il normale prodotto della terra, perché tutti i prodotti della natura erano biologici, oggi chiamiamo “autoproduzione”, la normale realizzazione di alcune preparazioni culinarie di base, non diciamo più che prepariamo un liquore, ma che “autoproduciamo la liquoristica”, che suona un po’ anacronistico, sarebbe come definire “autolavaggio”, il farsi la doccia alla mattina.
Tuttavia, dal momento che poche epoche come la nostra sono state attraversate dai dictat e dal conformismo sul piano della comunicazione, allineandoci al linguaggio richiesto, sosteniamo anche noi “l’autoproduzione del pane” che, inoltre, è una pratica in vertiginosa crescita.
Spinti un po’ dalla crisi globale, e molto di più dai talent cooking show che ci inducono ad ansia da prestazione anche per la preparazione di un uovo al tegamino, saper fare il pane in casa è gratificante sul piano delle relazioni sociali, “ecofriendly”, e molto, molto trendy. Per fortuna è anche una ottima pratica salutistica, culturalmente radicata nella nostra memoria atavica, e molto divertente. Quindi, evviva il pane fatto in casa.
Tra i tanti libri che ci guidano in questa pratica, un testo davvero ben fatto, che ha già avuto un grande riscontro e che Bibliotheca Culinaria ha appena ristampato e ripropone al mercato, è: Pane, del famoso panettiere Richard Bertinet, francese di nascita e inglese di adozione, uno straordinario esperto di panificazione. Il volume contiene una dettagliata introduzione dedicata all’attrezzatura basilare e ai vari passaggi della lavorazione degli impasti. L’opera è raggruppata in cinque sezioni che corrispondono a quattro impasti di base più un impasto per la preparazioni dolci. Con queste semplici basi si possono realizzare diverse tipologie di pane e prodotti da forno similari. E’ corredato da molte e belle fotografie, utilissime per comprendere la forma e le caratteristiche del prodotto finito. 50 diverse ricette per il pane di tutti i giorni, ma anche per quello delle feste e, perché no, anche per realizzare alcune vere ghiottonerie.
Related Posts
L’eterno dilemma: il menu delle feste
Nell’organizzazione di un menu delle feste è necessario tenere conto di come si è evoluto il gusto e di come si sono modificate le abitudini alimentari, con un occhio alla salute, uno alle ultime tendenze.
Quattro modi per seguirci dove, come e quando preferisci tu
Socialmente utile. In quanti modi si può affiancare il cliente? I social media offrono sempre più soluzioni, ma il rumore delle proposte rischia di diventare assordante. In Bibliotheca preferiamo la quiete e ci teniamo che il nostro spazio (virtuale o reale) sia un luogo per curiosare in tranquillità e scegliere con tutta calma.
L’abbattitore di temperatura entra nelle case
In qualsiasi modo la si pensi sui tanti, tantissimi e, forse, troppi programmi televisivi dedicati alla cucina, il loro pregio è quello di aver abituato il pubblico domestico alla consapevolezza che cucinare è soprattutto una questione di tecnica. Il raggiungimento di buoni risultati non può prescindere dalla conoscenza di qualche principio della fisica e della chimica e …
Chi ben comincia…
Per Bibliotheca Culinaria il 2016 è iniziato nel miglior modo possibile. Proprio pochi giorni fa abbiamo avuto conferma che siamo arrivati a quota 18 premi vinti, tanti sono infatti i Gourmand World Cookbook Award ricevuti dal 2001 ad oggi, tra cui l’ambito Best Publisher of the Year (Editore dell’anno) nel 2010.